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Dolore al ginocchio: consigli di auto-trattamento

Dolore al ginocchio: consigli di auto-trattamento

Il dolore al ginocchio (gonalgia) è un sintomo e un disturbo localizzato che può affliggere in tutti i suoi versanti (mediale, laterale, anteriore e posteriore) il ginocchio stesso e può essere provocato da diversi fattori.

Si stima che circa il 25% delle persone ultracinquantenni soffra di dolore al ginocchio, e questa percentuale tende ad aumentare (in entrambi i sessi) nelle classi di età più avanzate. Negli adolescenti e fino ai 35 anni la prima causa di dolore al ginocchio è di origine traumatica, mentre dai 60 anni in poi la causa principale diventa l’artrosi.

 

Cause e sintomi

Le cause del dolore al ginocchio sono molteplici e possono essere suddivise in intra ed extra-articolarti oltre che per età anagrafica.

Tra le cause intra-articolari più classiche troviamo quelle legate a patologie meccaniche come l’artrosi (gonartrosi) o l’artrite, le distorsioni, le lesioni legamentose (crociato anteriore, posteriore, collaterale etc…) e quelle meniscali. Queste sono spesso accompagnate da gonfiore (tumefazione) o versamento articolare che provocano a loro volta limitazione alla mobilizzazione (attiva o passiva) e dolorabilità alla palpazione a livello della rima articolare.

Tra quelle extra-articolari invece, possono rientrare problematiche legate alle articolazioni adiacenti (piedi, anca o colonna vertebrale) o a patologie sistemiche.

Altri processi che provocano dolore al ginocchio includono le tendiniti (del tendine rotuleo o della zampa d’oca), spesso legate al sovrautilizzo di questa struttura; la condromalacia rotulea, ossia una patologia a carico della cartilagine della rotula o le borsiti (infiammazione della borsa contenente liquido sinoviale). Infine nell’adolescente, il dolore è normalmente dovuto alla sindrome di Osgood-Schlatter oppure si tratta di patologie associate all’accrescimento osseo.

Il dolore al ginocchio è spesso associato a sintomi comuni: arrossamento e tumefazione, dolore al riposo e/o in caso di movimento, sensazione di ”scatto” e meno comuni: febbre, malessere generalizzato e dolori muscolari, soprattutto in associazione a patologie sistemiche pregresse.

 

Fattori di rischio

I principali fattori di rischio sono:

  • Obesità: aumento di peso provoca uno stress articolare maggiore, principalmente a livello della cartilagine che predispone così a processi di carattere degenerativo
  • Sedentarietà: per mantenere in salute le strutture anatomiche deputate al movimento è necessario effettuare attività fisica. La sedentarietà porta ad una riduzione del nutrimento delle strutture intra-articolari con conseguente sviluppo di artrosi e dolori articolari
  • Traumi e fratture: in età giovanile traumi e fratture possono predisporre a uno sviluppo precoce di artrosi
  • Overuse (sovraccarico): attività ripetute nel tempo con carichi elevati oppure sforzi eccessivi favoriscono reazioni infiammatorie ricorrenti
  • Difetti strutturali: ginocchio varo (gambe a X) o valgo (a parentesi) cambiano le linee di carico, con conseguente interessamento infiammatorio di tutte le articolazioni dell’arto inferiore
  • Ipomobilità e Ipotonia: la riduzione di flessibilità e forza portano ad uno stress meccanico aumentato a livello articolare

 

Quadro clinico

Può manifestarsi con diverse:

  • Intensità: da un fastidio leggero fino ad un dolore intenso nominato “zoppia di fuga”, che si manifesta quando il dolore è così acuto da spingere il soggetto a non appoggiare il piede in modo corretto durante la deambulazione
  • Tipologia: può trattarsi di un dolore meccanico, infiammatorio o meccanico-infiammatorio.
  • Frequenze: alcuni tipi di dolori compaiono più frequentemente di giorno peggiorando nel corso dell’utilizzo quotidiano, mentre altri si acutizzano durante le ore notturne; altri ancora invece hanno andamenti variabili, con un dolore moderato ma costante.
  • Modalità: il dolore può comparire in rapporto ad alcuni sforzi o eseguendo certi movimenti (es. salire/scendere le scale), oppure essere totalmente indipendente dalla posizione assunta o dallo sforzo eseguito.

 

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza

  • Cosa significa se ho dolore la mattina/sera?

Se il dolore compare solo alla mattina per poi scomparire nel corso della giornata, è probabile che si tratti o di una leggera degenerazione cartilaginea che spesso può essere risolta in breve tempo e senza ricorrere a metodiche invasive oppure di artrosi, solo se il dolore tende a ripresentarsi anche nelle ore serali.

Al contrario se il dolore si accentua con il passare del tempo probabilmente siamo in presenza di patologie tendinee, che con il passare delle ore, vanno ad aumentare lo stato infiammatorio locale, provocando l’aumento di dolore stesso.

  • Se ho dolore quando sto seduto a lungo o in ginocchio?

 Mantenere in flessione prolungata il ginocchio accentua il carico articolare, in particolare in zona sotto-rotulea e del tendine rotuleo, pertanto in presenza di sindrome dolorosa femoro-rotulea (dolore profondo nella parte anteriore del ginocchio), è possibile avvertire un aumento della sintomatologia, che spingerà il soggetto a distendere il ginocchio. Spesso questa condizione è più frequente nei soggetti giovani/sportivi.

Se invece il dolore compare quando si sta in ginocchio o mentre si effettua il movimento, in compresenza di gonfiore, è più plausibile che si tratti di una borsite.

  • Se ho dolore durante un movimento brusco o un esercizio (es. squat)?

Nel caso si dovesse avvertire un suono tipo crepitio, seguito da dolore, a seguito di un movimento brusco o un esercizio ad alto carico (squat, affondi…) potrebbe trattarsi di una lesione meniscale di entità variabile.

A volte è possibile avvertire dolore anche durante un normale sforzo fisico, soventemente però se il soggetto è giovane e non ha subito ulteriori traumi diretti o indiretti recentemente, probabilmente si tratterà di una tendinite.

  • Se ho dolore quando sto in piedi a lungo o cammino?

Questo tipo di sensazione è più frequente nei soggetti over 50 specie se il soggetto è già a conoscenza di pregresse alterazioni o deformità articolari del ginocchio o delle articolazioni adiacenti. Spesso il dolore è profondo, può essere anteriore o posteriore con possibile irradiazione nella regione anteriore della gamba; questo è dovuto all’interessamento dell’articolazione femoro-tibiale e quasi sempre è spesso associato ad artrosi.

 

Consigli e auto-trattamento

Cosa posso fare per ridurre il dolore?

I consigli e il trattamento autonomo in questo caso possono variare in relazione alla struttura articolare interessata o alla causa scatenante.

In primis l’approccio è sempre conservativo, e contempla la fisioterapia abbinata ad una corretta terapia farmacologica a sostegno; solo in seconda battuta, se l’intervento riabilitativo non ha dato benefici, si dovrà ricorrere a metodiche più invasive (infiltrazioni acido ialuronico/cortisone, interventi di chirurgia).

Da un punto di vista fisioterapico, uno dei migliori approcci è quello di eseguire esercizi di rinforzo, stretching, miglioramento propriocettivo e auto-mobilizzazione. Di seguito verranno elencati e suddivisi per categorie.

  • Esercizi di rinforzo: questa categoria di esercizi, si riferisce in particolar modo a tutti i muscoli della coscia e nello specifico al vasto mediale del quadricipite. Migliorare la performance muscolare, permette di aumentare la stabilità dell’intera articolazione, e nello specifico della rotula, pertanto è fortemente consigliata in tutti i casi di instabilità o di sindrome dolorosa femoro-rotulea.

 

  • Esercizi di stretching: le tecniche di stretching passivo e d’inibizione muscolare sono utilizzate per migliorare la flessibilità dei muscoli e la densità strutturale dei tessuti molli extracapsulari che limitano la mobilità del ginocchio. Questi esercizi sono pertanto consigliati a tutti, indipendentemente dalla causa scatenante del dolore.

 

  • Esercizi propriocettivi: questa categoria di esercizi è strutturata per migliorare la consapevolezza dell’articolazione nella gestione e spostamento del carico dinamico sulla stessa. Esercizi di questo genere vengono normalmente assegnati a tutte le categorie, compatibilmente con il dolore o il grado di instabilità.

 

  • Auto-mobilizzazione: con questo termine ci riferiamo a tecniche di trazione e scivolamento articolare che provocano un allungamento della capsula articolare e così un maggior scorrimento di fluidi nutritivi per la stessa. La mobilizzazione con movimento può essere utilizzata per aumentare il range di movimento (ROM) e/o diminuire il dolore associato al movimento migliorando l’allineamento articolare. Queste tecniche pertanto sono molto consigliate nei casi di artrosi o comunque dove vi è una riduzione del movimento articolare.