Uno dei motivi di consulto più frequenti, quando si lavora con i bambini, sono i disturbi del sonno. Il periodo che va dalla nascita ai tre anni, infatti, è spesso molto difficile da gestire.
La qualità e le caratteristiche del sonno si evolvono durante l’infanzia, è difficile quindi stabilire cosa sia normale. Il quanto dovrebbe dormire un bambino e soprattutto come, sono fattori che cambiano a seconda dell’età e dello sviluppo neurologico.
I disturbi del sonno possono essere dovuti ad un’ipereccitabilità fisica e neurologica. Questa può essere legata a esperienze “traumatiche” avvenute nella vita intrauterina, durante il parto o nella prima infanzia. L’irritazione e la compressione di alcune strutture nervose a opera dei tessuti di sostegno adiacenti (vertebre cervicali alte, ossa del cranio, prime vertebre dorsali e relative coste) possono dar luogo a un disturbo del ritmo sonno-veglia.
Ad esempio, per un bambino che ha subito una “compressione” della base cranica al momento del parto, il semplice dormire in posizione supina aumenta il grado di pressione su questa zona già in tensione. Ciò impedirà al bambino di rilassarsi completamente durante la nanna e lo costringerà a continui risvegli per cambiare posizione.
Disturbi del sonno secondari ad altri problemi, come stipsi, coliche, reflusso, problematiche respiratorie possono a volte non essere capiti fin da subito dai genitori, creando un disagio nel piccolo che si manifesta con irritabilità e pianto.
In questi casi, dopo l’esclusione di patologie da parte del pediatra, l’intervento dell’osteopata può essere di grande aiuto. Con tecniche mirate a migliorare la mobilità delle strutture compresse o con dei trattamenti a supporto dei problemi gastroenterici e respiratori, aiuterà il bambino a trovare maggiore armonia, equilibrio, ottenere un migliore adattamento e quindi una notte serena.